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GO&Learn

Il set metodologico definito a livello europeo del GO&Learn istituisce percorsi che riconoscano l’azienda quale ambiente di conoscenza, scambio e apprendimento.

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Learning Factory

La definizione aziendalistica di “Learning Factory” come ambiente di alimentazione e scambio di conoscenza.

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Visite Fabbriche Vetrina

Preparazione, storyboard per la rappresentazione documentale e visiva dell’innovazione aziendale, riprese video, promozione e messa in onda dell’evento, feedback.

GO&Learn

L’azienda quale ambiente di conoscenza, scambio e apprendimento

La metodologia Go&Learn è stata attivata, promossa e sostenuta da un consorzio sempre più variegato e territorialmente diffuso sin dal 2011. L’idea di favorire un ambiente di apprendimento più strutturato e basato sul coinvolgimento diretto delle aziende è stata infatti anticipatrice delle politiche comunitarie degli anni successivi (inerenti ai temi di mobilità, work-based learning, apprendistato).

La metodologia Go&Learn delle visite aziendali comprende quattro fasi:

  1. Discovery: il focus nella scoperta dell’Azienda e delle persone che la guidano si concentra soprattutto sul come si sia articolato il percorso personale ed aziendale compiuto nel corso degli anni.
  2. Know: l’accompagnamento all’interno degli spazi aziendali avviene a stretto contatto tanto con gli imprenditori, quanto con i responsabili di processo o delle unità organizzative.
  3. Think: alla narrazione e all’accompagnamento segue la fase riflessiva, finalizzata all’assimilazione di quanto appreso con l’ascolto e l’immersione nel contesto aziendale. A questo segue il duplice obiettivo da un lato, di immaginare cosa sia possibile trasferire, di quanto appreso, nella realtà lavorativa dei partecipanti. Dall’altro, di suggerire, con spirito critico, eventuali cambiamenti, dettati dalle precedenti osservazioni.
  4. Feedback: infine, i partecipanti restituiscono all’Azienda che li ha ospitati le eventuali proposte di miglioramento e le possibili idee ed opportunità per continuare la collaborazione attraverso progetti congiunti.

La metodologia Go&Learn è pervasa da aspetti di action learning, apprendimento esperienziale e narrazione, inoltre è presente e strutturato lo spazio di riflessione per portare in azienda nuove idee e stimoli. Il valore dell’apprendere attraverso la visita nei luoghi in cui si fa innovazione, il saper osservare, gli incontri con le persone e aziende diverse che spesso operano in settori lontani da quelli in cui si compete, rappresentano significativi obiettivi di meta-apprendimento. Vuol dire saper accettare e valorizzare le diversità riconoscendo l’efficacia di altre scelte, contesto e decisioni.

Le visite aziendali di Go&Learn inoltre non hanno vantaggi soltanto per i partecipanti alla visita, ma come in tutte le relazioni che funzionano, sono presenti vantaggi anche per le aziende che ospitano gli eventi:

  • per il management è un importante momento di elaborazione, sistematizzazione e ricostruzione del percorso di cambiamento realizzato;
  • consolidano quanto si è appreso nel percorso di innovazione;
  • condividono un format che può essere utilizzato anche per attività di formazione interna;
  • migliorano l’immagine aziendale e la reputation nel territorio;
  • ampliano e approfondiscono il sistema di relazioni e di network.

Learning Factory

Le trasformazioni industriali connesse all’accettazione e applicazione delle nuove tecnologie implicano la formazione di network di collaborazione complessa formati da imprese spesso considerate nella loro value e/o supply chain, università, centri di ricerca, enti intermedi e pubblica amministrazione.

Le diversi fasi del processo di Knowledge Transfer sono interattive, non lineari come invece spesso vengono descritte, con una continua relazione tra “investire”, “acquisire” ed “applicare” rendendo efficace il processo di acquisizione di tecnologia e di scambio di conoscenze.

Ulteriore metodologia per il Knowledge Transfer è costituita dall’utilizzo dei Competence Center e dei Digital Innovation Hub istituiti in tutto il territorio nazionale proprio per sensibilizzare, diffondere e supportare le imprese nell’utilizzo delle applicazioni e sistemi 4.0.

Ma, ancora più efficace, come dimostra l’esperienza del progetto “100 luoghi dell’Innovazione”, nato in Veneto ed ora esteso anche a livello nazionale con il progetto “Fabbriche Vetrina”, è stimolare:

  • Apprendimenti
  • Networking
  • Contaminazioni

che avvengono direttamente tra gli imprenditori ed i manager in aziende “faro” o “vetrina”: luoghi appositamente aperti dalle imprese per mostrare le tecnologie avanzate applicate nelle imprese che in questo caso diventano delle vere e proprie “Learning Factory” – sia nell’illustrazione dei processi interni e di coinvolgimento delle persone che nell’esposizione a terzi.

Visite Fabbriche Vetrina

Le Fabbriche Vetrina sono fabbriche intelligenti orientate all’innovazione che hanno introdotto e integrato nei propri impianti produttivi soluzioni avanzate e visibili, utilizzando una o più tecnologie abilitanti tipiche dell’Industria 4.0. Si tratta principalmente di PMI, distribuite sul territorio nazionale e disponibili ad aprirsi verso le altre imprese per consentire di “toccare con mano” le applicazioni del 4.0, mostrando come siano state applicate le tecnologie ai propri processi produttivi e/o ai prodotti ed ospitando iniziative di informazione rivolte a stakeholders e altre imprese presenti quasi sempre con l’imprenditore o il management.

L’iniziativa Fabbriche Vetrina è il riflesso di un’eccellenza territoriale che è diventata buona prassi nazionale, per questo il commitment del sistema Confindustriale è tanto importante come quello territoriale e imprenditoriale.

Il coinvolgimento di Confindustria implica il coinvolgimento delle imprese associate al sistema che, in quanto tali, portano un carico di aspirazioni ed interessi nei quali vogliono vedersi riconosciute.

Lo stesso spirito di aggregazione tra imprese avviene anche tra le persone che le compongono e, tra loro, quelle che le guidano.

Da qui l’importanza di attrarre quelle realtà e quelle persone che possano essere riconosciute come simbolo di quei valori che contraddistinguono un leader come “portatore di una visione”. Con le parole di Ellen Langer, professoressa di psicologia presso la Harvard University, “Il riconoscimento di nuove realtà e la promozione dell’“apertura mentale” nell'organizzazione diventa un obiettivo strategico chiave per il leader. Il trasferimento di questi concetti psicologici in concetti strategici implica per il leader rilevare nuove categorie (opportunità e minacce); nuove prospettive dei diversi gruppi d’interesse (stakeholders); e nuove informazioni o feedback dall'ambiente che permettono di anticipare i problemi prima che si manifestino”.

Per quanto riguarda il lato aziendale del commitment è fondamentale “entrare dalla porta principale” ovvero utilizzare i canali istituzionali ed ottenere l’endorsement della governance quando vengono implementate questo tipo di iniziative nelle aziende.  

È consuetudine che venga organizzata una visita preliminare di preparazione nell’azienda che decide di ospitare la tappa del Roadshow presso le proprie strutture per mettere a punto gli aspetti sia didattici che di tipo logistico. Questa prima visita permette ad esempio di verificare la disponibilità di una sala o di uno spazio nel quale effettuare le riprese, verificare che ci sia un’illuminazione adeguata, misurare la qualità della connettività Internet e wifi sia per connettere i devices audio e video, sia per assicurare l’affidabilità del collegamento da remoto di eventuali ospiti.

Solitamente, tra la visita di preparazione e la pubblicazione del video finale sul sito “i cento luoghi di industria 4.0” (http://100luoghi.industria40veneto.it/) trascorrono circa 60 giorni, a seconda delle disponibilità dell’Azienda e dei partecipanti.

“Fare, Saper fare, Far sapere…”

Per molto tempo la “nuova” missione della manifattura italiana è stata rilanciare la competenza comunicativa, la capacità quindi di trasmettere quell’insieme di fattori culturali, artistici e sociali che danno vita ai prodotti del Made in Italy. Uno degli esempi più celebri è sicuramente rappresentato da Giovanni Bonotto che con la sua “Fabbrica Lenta” a Molvena ha costruito una narrazione formidabile che intreccia arte, tessile e artigianato, rendendo il lavoro prima processo culturale, poi business.

Ma l’abilità di riuscire a raggiungere il consumatore finale piuttosto che il target di riferimento si è dimostrata essere più rara di quel che si pensi. Nell’era della disinformazione, dettata dall’eccesso di informazioni e dalla continua nascita di piattaforme digitali, non è facile scegliere i canali comunicativi più adatti per veicolare la promozione dell’iniziativa Fabbriche Vetrina.

Così, a fianco dei profili di Confindustria Veneto Siav su Twitter e LinkedIn, si è optato per utilizzare i canali di diffusione di Confindustria Veneto, Federmanager Veneto e Fondirigenti per quanto riguarda la promozione dei contenuti relativi ai webinar e alla ricerca Fondirigenti stessa.

Le persone

Solitamente, sia per quanto riguarda gli eventi del Roadshow tenutisi in presenza, sia per quelli che hanno visto un format digitale, si è deciso di adottare un format che includa il coinvolgimento delle cariche più rappresentative sia di Confindustria Veneto, quale il Delegato all’Innovazione, Confindustria Veneto Siav, nella figura del Direttore, Stefano Miotto, sia delle Aziende che di volta in volta hanno aperto le proprie porte per l’evento, con i loro Imprenditori, Amministratori Delegati, Manager, Responsabili di Unit o di Progetti di Innovazione. Nella cornice de “I 100 luoghi di Industria 4.0 e della sostenibilità”, ad accogliere il team di Confindustria Veneto Siav già dalle prime fasi organizzative, la figura apicale dell’Azienda è stata solitamente accompagnata dai responsabili della comunicazione e del marketing, oltre che dal personale che ha aiutato la preparazione logistica. 

I focus tematici

I motivi che hanno portato all’individuazione di questa o quella realtà sono facilmente intuibili prendendo visione dei video degli incontri, dove si viene proiettati nelle logiche di digitalizzazione dei prodotti e dei processi, dell’automazione, della robotica, della “servitizzazione”, della sostenibilità, della revisione organizzativa.

Ad esempio, la partecipazione di Technowrapp è emblematica non solo per il Data warehouse che raccoglie i dati MES e li collega al gestionale ERP, ma anche per la gestione del programma “Technowrapp People”, ovvero il coinvolgimento attivo del personale interno che dà stimolo alla creatività ed all'ascolto tanto del dipendente quando del cliente. Queste due variabili rispecchiano un’azienda che ha saputo guardare al lato data-centric senza dimenticare quello human-centric.

Imesa, ha sì optato – come Technowrapp – per l’acquisizione strategica di una startup in grado di effettuare ricerca applicata e innovazione da trasferire alla “casa madre”, ma ha puntato su un’altra variabile cruciale ovvero la servitizzazione o “pay-per-use” di prodotti. Come ci racconta Alessia Miotto nella tappa del Roadshow “I cento luoghi dell’innovazione” dedicato a Imesa & Asac: “in questo lungo processo di cambiamento siamo passati dal creare una mera macchina meccanica ad un oggetto che è un mix di meccanica ed elettronica, e che funziona solo grazie all’integrazione costante tra questi due sistemi. Il passo successivo, che speriamo di concludere a breve, è aggiungere la chimica e l’ingegneria dei materiali. Questo perché vogliamo passare da “costruttori di macchine” a “fornitori di un processo integrato di gestione del lavaggio, asciugatura e stiro”. Con un occhio di riguardo alla sostenibilità.

Sariv, Italcab e Gasparini, hanno tutte attuato delle profonde trasformazioni per quanto riguarda la cooperazione tra le diverse aree aziendali, introducendo figure con nuove competenze nei gruppi di lavoro. Questo passaggio è avvenuto di pari passo con l’adozione di una nuova Vision aziendale e con una profonda revisione del business model, tanto nella digitalizzazione dei processi produttivi, che nelle tecnologie applicate ai prodotti. Basti pensare, ad esempio, alla rivoluzione attuata da Sariv per garantire la rintracciabilità totale dei rivetti o all’aumento di tecnologia presente in una cabina Italcab odierna rispetto a una degli anni ’90.

Le riprese

Come è stato descritto nella prima sezione, in riferimento ai casi aziendali, la volontà delle Aziende di proiettare online la propria identità e, di conseguenza, la quantità di materiale audiovisivo prodotto a fini narrativi e di promozione, è ingente.

Per questo motivo non sempre è stato realizzato un video ad hoc da parte del team di Confindustria Veneto Siav. Sono state stabilite la qualità e la quantità dei contributi video già esistenti, in particolare relativamente all’esistenza di video corporate e, secondariamente, per materiale autoprodotto.

Da questa analisi dipende l’agenda dei lavori, in quanto è necessario includere il tempo per allestire il set dedicato alle riprese, effettuare le registrazioni e per il video editing. Quest’ultimo comprende la preparazione di una grafica per la sigla iniziale e per quella finale, la predisposizione di una grafica per la regia e costruire elementi multimediali quali il sottopancia con il nome e il ruolo degli intervistati.

Anche l’allestimento del set è un’operazione da svolgersi con cura, perché deve rispecchiare l’animo dell’Azienda ed essere adatto ad ospitare il concept di “salotto” – come detto nella sezione 2. Visita di preparazione – prevedendo all’occorrenza anche lo spazio per un pubblico in presenza. Qualora uno o più video dovessero essere realizzati da SIAV, è necessario prevedere una giornata da destinare al sopralluogo e poter contare su un lasso di tempo di due settimane per effettuare le riprese.

Tra l’inizio dell’evento, che vede un’introduzione di tipo istituzionale, e la chiusura dell’incontro, che consente ai manager e agli imprenditori di confrontarsi tra loro e porre domande ai relatori, si crea un dialogo multilivello tra i partecipanti.

Le modalità di intervento degli ospiti esterni chiaramente differiscono se l’evento si tiene in presenza o in modalità online.

Nel primo caso il moderatore alterna dei momenti di interazione con il pubblico agli interventi dei relatori. Al termine viene comunque dedicata un’apposita finestra di Q&A.

Per le tappe del Roadshow in modalità online, invece, durante l’evento vengono raccolte le domande, poste per iscritto dai partecipanti, che vengono poste ai relatori nei momenti conclusivi.

In questa modalità viene incentivato lo spazio per il confronto grazie alla creazione di apposite “sale” all’interno della piattaforma Zoom. In questa fase, ogni sala ospita un referente per l’Azienda che si occupa di un settore specifico e alcuni tra i partecipanti, a seconda del tema che scelgono di approfondire.

Nel complesso, questa iniziativa ha restituito alle Aziende partecipanti, sia in veste di visitatori che quelle che hanno ospitato gli incontri, dei positivi momenti di networking. Questa aggregazione rientra nell’intenzione di favorire il carattere associativo e di “confronto tra pari”, che valorizza il concetto stesso di “Fabbrica Vetrina” quale luogo di apertura e incontro.

Da un lato, le Aziende che hanno deciso di aprire le proprie porte si sono sentite valorizzate nel momento in cui hanno condiviso le best practices e la storia che ha portato ai loro risultati. Dall’altro, i partecipanti hanno potuto beneficiare di testimonianze dirette di come le realtà coinvolte abbiano superato difficoltà e adottato soluzioni auspicabilmente replicabili in altri contesti.

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